Titolo:
La fiala
Fandom:
Haven
Prompt:
Duke Crocker/Nathan Wuornos: Duke è venuto in possesso
di una fiala che annulla i problemi per 24
ore e
decide di provarla con Nathan.
Parole:
2919
WPS
Office
Nathan
non riusciva a distogliere lo sguardo da quella piccola fiala. Non era
in grado di realizzare
che un semplice medicinale come
quello fosse in grado di annullare i problemi per
ventiquattro, come gli
era stato detto da Duke, quando poco prima gliel’aveva consegnata
in mano,
«Duke»
Dubitava della sua efficacia, non che non volesse credere alle sue
parole, ma non aveva mai sentito parlare di qualcosa che fosse in grado
di bloccare
quelle maledizioni, almeno non temporaneamente
«Sei sicuro che funzioni?»
«No»
rispose alla domanda del compagno «ma provare non costa nulla»
Gli
sembrava alquanto improbabile che un
semplice farmaco fosse dotato di un potere del genere, ma alla fine
ricordando
tutte le situazioni assurde in cui si era cacciato in quegli ultimi
anni,
quell’ipotesi alla fine non era così improbabile.
Voleva
credere che quel liquido fosse in
grado di aiutarlo, ma aveva dei timori, paura che non funzionasse, che
quel suo
problema
gli
avrebbe ancora impedito
do sentire e
di percepire
qualsiasi sensazione.
Tutte
quello gli
era negato e soffriva per questo, in silenzio, senza far notare a
nessuno la
sua sofferenza.
C’era
solo una persona che era in grado di
percepire, un’unica donna sulla faccia della terra che era un
grado di dargli
tutto quello, Audrey Parker colei immune a qualsiasi problema
compreso
il suo. Certo era qualcosa, ma a lui non bastava, voleva tutto,
desiderava percepire
qualsiasi corpo e non solo la sua partner, e volta che quella sua maledizione non fosse mai esistita.
Quella
fiala anche se per
poco tempo, sarebbe stata in grado di esaudire quel suo
desiderio e
pregava con tutto il suo cuore che quel liquido potesse aiutarlo.
Alla
fine era proprio come aveva detto
Duke,
non costava
niente
e
se non avrebbe funzionato, sarebbe
rimasto lo stesso uomo, con lo stesso problema,
insomma non sarebbe
cambiato nulla e la sua insensibilità sarebbe rimasta
lì impedendogli di sentire.
Incominciò
a sospirare, voleva darsi
coraggio per avere la forza necessaria per staccare il tappo di quel
piccolo
oggetto che stringeva in mano, sperando con tutto se stesso che da
lì a poco
per ventiquattro ore la sua via sarebbe stata normale come quella di un
comune
cittadino.
Versò
quel liquido nella bocca non sprecandone
nemmeno una piccola goccia, aveva intenzione di consumare
l’intero flacone di
quel magico medicinale.
Nathan
non sapeva dire quanti secondi fossero
passati, quell’attesa gli sembrava eterna, come se un solo
secondo stesse
durando cento anni.
Non
sentiva differenze, non provare
niente, si era anche toccato il volto con la mano ma non
percepì nessuna
sensazione, il suo problema era ancora attivo.
Non
avrebbe mai immaginato di sentire
quell’enorme senso di delusione, aveva davvero pensato che
quella su patologia non fosse stata
lì, che
avrebbe potuto vivere normalmente percependo
quelle sensazioni che fino a qualche giorno prima erano state solamente
un
sogno che non avrebbe mai potuto realizzare.
Era
inutile desiderare che passasse,
era assolutamente certo che non sarebbe stato in grado di sentire nulla. La cosa non faceva che
scoraggiarlo e le sue speranze ormai erano talmente flebili da sembrare
solamente un miraggio.
«Allora?»
Duke notò subito quanto l’altro
fosse deluso, glielo leggeva chiaramente in faccia. “Nathan...”
Desiderava
rimuovere quell’espressione
sconfortata, fare qualcosa per lui, confortarlo con un caldo abbraccio
per
farlo sfogare e rimuovere tutto il dolore che per anni aveva
accompagnato le
sue giornate, ma cosa avrebbe potuto dirgli? “Vedrai
Nathan, tutto si
sistemerà” Sapeva che quelle parole
sarebbero state inutili, nessuno poteva
comprendere quello che in realtà provasse e avrebbe tanto
voluto capire quello
che aveva passato in tutti quegli anni.
Aveva
più volte cercato d’immaginare di
essere al posto dell’altro per cercare
d’immedesimarsi nell’altro, ma non era
ma riuscito fino in fondo a comprendere quei suoi stati
d’animo.
Desiderava
fare qualcosa, aiutarlo,
rimuovere quel problema, ma era certo che se avesse
ucciso un parente di
Nathan afflitto dalla sua stessa patologia, quest’ultimo non
l’avrebbe mai
perdonato e odiato per tutta la vita. Ormai conosceva bene il
poliziotto ed era
certo che non avrebbe accettato quei compromessi, aveva già
una volta
rinunciato ad avere una vita normale per salvare una ragazza, segno del
suo
grande cuore e spirito di sacrificio.
L’unica
soluzione, anche se provvisoria,
risiedeva nel contenuto di quella fiala.
Gli
avevano assicurato in tanti della sua
efficacia, tutte le persone che l’avevano provata erano
rimaste talmente
soddisfatte da iniziare a spargere la voce dei poteri
di
quel miracoloso
farmaco.
A
quanto pare uno dei nuovi commessi della
farmacia di Haven aveva un qualche problema e tutte
le fiale mediche che
vendeva automaticamente
diventavano antidoti
temporanei per
le maledizioni
altrui. Non
sapeva quante
persone frequentavano solo per quel motivo.
L’aveva
comprata apposta per il
poliziotto, voleva che almeno per ventiquattro ore potesse sentire,
perché in fondo desiderava solo che l’amico
potesse essere libero da quel tormento.
“Perché
on ha funzionato?” si avvicinò
all’altro circondando le sue braccia attorno a
quell’insensibile corpo, sapeva
che non potesse avvertirle ma sperava che almeno fosse in grado di
percepire
l’affetto e il calore di quel gesto.
“Duke”
pur non essendo in grado di
avvertire quelle braccia quel gesto in qualche strano, lo stava
confortando più
di qualsiasi altra cosa e non c’era dubbio che
l’altro fosse un fedele amico e
non poté non ricambiare cingendo a sua volta quelle spalle.
“quanto vorrei
sentirti.”
«Vedrai
Nathan, tutto questo prima o poi
finirà.» Il tono con cui aveva sussurrato al suo
orecchio era cado e aveva qualcosa di calmo, rilassante, dolce, come
quello che
dovrebbe essere la voce di un proprio caro.
“Duke?”
quando sentì quelle parole, avvertì
qualcosa risvegliarsi in lui e iniziò a sentire uno strano,
piacevole e
confortevole calore. “Cos’è?”
Non
gli ci volle molto per capire che quello
stupendo tepore proveniva dall’uomo che si trovava di fonte.
Quelle
braccia che lo
stringevano a forte se, le riusciva a sentirle, non sapeva dire per
quanto
avesse atteso quel giorno e finalmente era giunto, gli sembrava un
sogno dal quale
non avrebbe più voluto risvegliarsi.
«Duke,
sei così
caldo.»
Quelle
parole erano state pronunciate con una tale dolcezza da sembrare
come una dolce melodia che vibrava nell’aria riscaldandogli
il cuore che iniziò
a martellargli in petto.
“Ha
funzionato!” Era stato lui a far
assopire quel problema con quel gesto venuto dal
suo cuore.
Non
era raro vedere problemi che si
attivavano all’improvviso dopo determinate situazioni e lui
stesso n’era la
prova vivente. Duke era certo che valesse anche per il contenuto di
quella
fiala, che aveva incominciato a far effetto nello stesso istante in cui
l’aveva
sfiorato.
Voleva
toccarlo, accarezzarlo, fargli
sentire quelle sensazioni cui aveva dovuto rinunciare per tutto quel
tempo.
Con
un dito incominciò a sfiorare il su
viso toccando delicatamente quella pelle, desiderava fargli provare
piacere,
travolgerlo con quei caldi gesti, farlo scioglierlo completamente.
Nonostante
quello fosse solo un semplice e
comune dito, Nathan stava provando sensazioni troppo intense grazie a
quei movimenti
soffici e vellutati che Duke in quel momento gli stava riservando.
Essere
toccato da qualcuno era la cosa più
bella del mondo, finalmente stava sentendo
quel contatto che tanto gli era mancato e non desiderava altro che
continuare
ad avvertirlo, non gli importava se fossero state solo ventiquattro
ore, voleva
solo percepire
il calore umano.
Dopo
tutti quegli anni era sicuro che quella pelle fosse particolarmente
sensibile, in particolare quelle stupende labbra che da anni aveva
desiderato baciare. Non ricordava per
quanto
tempo avesse sognato il giorno in cui finalmente quel suo desiderio
si sarebbe realizzato.
Era
rimasto praticamente
incantato
dall’espressione di Nathan, aveva qualcosa di sensuale che
non poteva fare a
meno di adorare.
Voleva
farlo suo, aveva aspettato fin troppo in quegli anni e il desiderio
di fare l’amore con lui in quel momento era più
forte che mai. Aveva
l’occasione giusta voleva approfittarne e se non fosse
riuscito in quel suo intento,
se ne sarebbe pentito per tutta la vita.
Voleva
baciarlo, poggiare le proprie
labbra su quelle dell’altro. Aveva sempre trovato quel colore
così sensuale e
la loro forma estremamente
seducente. Erano la più
grossa e travolgerete tentazione nel
quale si era
imbattuto nel lungo corso della sua vita. Per lungo tempo
aveva
desiderato
poggiare la sua bocca su quella di Nathan, l’avevano da
sempre richiamato e suscitato
su di lui quell’atroce voglia.
Lo
fece, senza nemmeno pensare che potesse
non ricambiarlo e respingerlo bruscamente. A Duke non importava, voleva
solo
poter finalmente assaggiare quel delizioso manicaretto che era
lì a portata
di mano.
Non
si sarebbe mai aspettato che lo
ricambiasse, ma il modo in cui aveva accettato la sua lingua seguendo
quei suoi
movimenti gli fece capire quanto gli fosse manato il contatto umano.
Duke
non era più in grado di controllarsi, il desiderio aveva
preso il sopravvento
su tutto, non riusciva a fermare quelle mani
che con movimenti frenetici avevano iniziato a
sbottonare la leggera camicia a scacchi
dell’altro.
Voleva
leccare il corpo che per anni aveva bramato e assaporare quella
pelle che per troppo tempo aveva desiderato leccare e immergersi in
tutta quel seducente meraviglia.
«No!»
Una mano di Nathan fermò
la sua bloccandola impedendogli
quella sua azione «Duke fermati, non possiamo...»
Sapeva
che non sarebbe stato facile, ma non poteva arrendersi, non ora che
aveva finalmente l’occasione giusta.
«Hai
solo ventiquattro ore, no?» Voleva tentarlo sussurrando al
suo
orecchio sperando
che un tono caldo
potesse far sciogliere quel corpo così insensibile
«Approfittiamone»
Non
avrebbe voluto usare quella scusa, ma era l’unico modo per
convincere
il poliziotto, forse ci potevano essere altre strade, ma quella era la
più veloce, anche
se gli sembrava risuonasse come un ricatto.
Che
Duke fosse un tipo strano e
particolare l’aveva sempre saputo, ma che avesse queste
tendenze proprio non
l’aveva capito e sopratutto non avrebbe mai immaginato di
essere nei suoi
desideri sessuali.
«Fermati!»
Era inutile continuare ad
implorarlo di smetterla, sembrava aver perso
completamente l’udito, come se fosse la vittima di qualcuno
capace di far
perdere le capacità uditive per qualche strano e assurdo problema.
In
quel momento era certo che gli avesse
dato quella fiala solo per portarselo a letto. Non era il tipo da fare
qualcosa
di simile senza voler qualcosa in cambio.
Non
avrebbe dovuto fidarsi di
quell’individuo dalla dubbia moralità, si era
fidato troppo facilmente di
quelle che sembravano essere buone intenzioni, era
stato troppo ingenuo.
Duke
lentamente sfilò quell’indumento talmente leggero
che scivolò con
estrema grazia ai loro piedi.
Nathan
in quell’istante si sentiva in trappola, l’altro
gli aveva teso una
brutta imboscata dal quale
non sarebbe riuscito a scappare.
Gli pareva di essere la vittima di un predatore, uno di quei grossi
animali che
con fare famelico si scagliavano
su quelle creature
indifese che non potevano sfuggire alle grinfie di
quell’assalitore.
Non
era in grado di resistergli, non ne aveva la forza. Per troppo tempo
aveva bramato quel contatto e quelle labbra che avevano iniziato a
baciarlo con
una passione da far invidia persino alla fame di un lupo che famelico
pronto a
sbranare la propria vittima.
Si
lasciò andare lentamente, in preda a quel crescente
desiderio che pervase
il suo corpo
e prese
il sopravvento sulle sue capacità cognitive.
Non
avrebbe mai immaginato che Nathan potesse eccitarsi così
facilmente, il
suo corpo doveva essere davvero sensibile per cadere ai propri piedi
così facilmente,
solo dopo un paio di appassionanti baci. Il contatto gli doveva essere
mancato
più di quanto avesse mai pesato.
Voleva
donargli il proprio calore per farlo riscaldare in modo che potesse
sempre ricordare quella serata e il proprio tepore in modo da lasciare
un’impronta
indelebile e una volta riattivato il su problema
fosse rimasto impresso
su quella pelle.
In
preda ad una voglia crescente iniziò a sfilare la cintura
del ragazzo
non vedendo l’ora di poter finalmente ammirare quella
meraviglia in tutta la
sua interezza, si eccitava già al solo pensiero di vederlo.
Le parti basse del
poliziotto lo avevano da sempre allettato e resistere a quel richiamo
era
impossibile.
Nelle
sue più oscure fantasie aveva sempre immaginato di
masturbarlo, con
dei movimenti frenetici con cui l’avrebbe portato a provare
il più grosso e
intenso piacere che un corpo umano potesse sopportare.
Abbassò
i Jeans che indossava
assieme alla sua
biancheria intima, non resisteva più a quella tentazione,
doveva farlo, aveva
una sola occasione e non poteva sprecarla.
«Ah»
per chiunque sarebbe stato impossibile non gemere in una situazione
simile con una mano che si muoveva così velocemente sulla
propria elezione «Nhn...»
«Ti
piace il mio tocco.» Non era una domanda ma una vera e
propria
affermazione. «Farò in modo che tu non possa
dimenticarlo.»
A
Nathan sembrava impossibile che una sola
mano potesse fargli provare un piacere di una tale intensità
da farlo sentire
completamente in balia di quei movimenti frenetici che non gli davano
nemmeno
un secondo di tregua.
Si
sentiva inebriato da quell’incredibile
sensazione di ebbrezza che gli percorreva tutto il corpo, la sua mente
era
completamente paralizzata da quell’oscuro desiderio.
Non
aveva la forza di sottrarsi a quelle
cade e dolci carezze dell’altro che lo portarono a fargli
provare un grosso orgasmo,
forse il più intenso che avesse provato da anni.
Nathan
aveva da sempre suscitato uno
strano effetto su di lui, emanava un qualche fascino al quale non aveva
mai
potuto resistere. Un desiderio cresciuto per anni che con il tempo non
aveva
più potuto opprimere, ma finalmente aveva la
possibilità di divorarlo,
assaporarlo, godere quel meraviglioso e seducente poliziotto che tanto
aveva
bramato.
Fino
a qualche giorno prima la sola idea
di poter stare con Nathan gli sembra un sogno lontano e irraggiungibile
ma ora
eccolo completamente in balia delle cure.
Prese
il primo flacone di lubrificante che
trovò nella stanza spalmandone un po’ sulle dita
per poi penetrare Nathan con
quest’ultime.
Voleva
farlo suo, prenderlo completamente,
desiderava entrare in quella piccola e stretta fessura che in quel
memento era
la cosa più allettante che avesse di fronte e resistergli
gli era praticamente
impossibile.
Quell’attesa
l’aveva quasi massacrato, ma
doveva attendere ancora un altro po’, voleva che fosse
un’esperienza piacevole,
che non avrebbe mai dimenticato, nemmeno quando il suo problema
si sarebbe
ripresentato, ma per farlo doveva lubrificarlo per bene, rendere
quell’entrata
scivolosa in modo che la penetrazione non gli provocasse dolore, ma una
sensazione di benessere totale.
«Ah!»
Duke si fermo quando sentì quel
forte sussulto causato dalla lieve pressione delle sue dita
«Ah...»
“Forse
non è una buona idea.” No, non
poteva fermarsi non quando Nathan era lì di fronte a lui
pronto ad accoglierlo
completamente. “Scusami.”
«Sarò
gentile.» Pronunciò quella frase con
un tono caldo e vellutato sperando che potesse farlo scioglierlo
lentamente
«Nathan, rilassati.»
Quella
voce aveva un suono talmente delicato
da avere la capacità di riscaldare anche il corpo
più insensibile del mondo.
Si
sentiva completamente in potere di Duke
che gli stava facendo provare tutte le emozioni e sensazioni che in
quegli anni
gli erano mancate.
La
penetrazione non era dolorosa come
aveva immaginato, era stato più fastidiosa che altro, anche
visto lo spessore
di quell’erezione in confronto a quella stretta entrata.
Quella
sensazione andava man a mano ad
alleviarsi lasciando spazio a quel piacere sovrumano che prese il
sopravvento
su tutto il resto. Per lui ormai esistevano solo quel piacere e quella
sensazione
di estasi totale che non solo perverse il suo corpo, ma
catturò la sua anima
imprigionandola in quell’attimo di passione.
La
piacevole sensazione di quella leggera
e gradevole brezza che scompigliava con delicatezza quei capelli era
meravigliosa. In quell’istante si rese conto di quanto gli
fosse mancata, satire
quel soffice soffio sulla pelle fece
risvegliare in
lui qualcosa che era rimasto assopito per troppo tempo.
Non
sarebbe riuscito a rinunciare a tutto
quello, sarebbe stato difficile per lui, era certo che dopo quel giorno
avrebbe
bramato ancora di più quelle sensazioni, ma una cosa era
certa si sarebbe
ricordato di quel giorno per tutta la vita.
Non
poté resistere alla tentazione di
abbracciare quel magnifico poliziotto, per una vita intera
l’aveva desiderato e
adesso che aveva assaggiato
quella prelibatezza, non
voleva perderlo e non l’avrebbe lasciato andare via, lo
voleva tenere stretto a
se per il resto della propria vita.
«Nathan
non dimenticarti mai di questo
giorno» Si perse nella profondità di quello
sguardo che in quel momento trovava
a dir poco attraente «Non dimenticare mai il mio tocco»
«Non
potrei mai»
Duke
avvicinò le proprie labbra a quelle
perfette e meravigliose dell’altro, la più grossa
ed enorme tentazione del mondo,
era lì e voleva coglierla prima che
quell’opportunità potesse svanire, per
non sapeva quanto tempo.
Voleva
imprimere la sua impronta di quella
bocca così che niente e nessuno potesse cancellarla, nemmeno
la maledizione
di Nathan.